La “Famiglia Spirituale di Dio-Misericordia” sorse nel 1929 per ispirazione di don Filippo Piccinini (6/1/1901 – 21/4/1984), insegnante nel Seminario Diocesano di Macerata e poi Canonico della Cattedrale di Macerata, e della sig.na Peppina Carelli (13/7/1898 – 31/3/1987), Presidente Diocesana della Giuventù Femminile di Azione Cattolica di Macerata.

Per far nascere e sviluppare nella Chiesa l'Istituto Secolare Ancelle di Dio-Misericordia il Signore si è servito del Canonico Don Filippo Piccinini e della Sig.na Giuseppina Carelli.

Possiamo dire senz'altro che precosero i tempi, poiché iniziarono e lanciarono il nuovo Ideale che avevano scoperto – quello della “consacrazione nel mondo” - nel lontano 1924, ben 23 anni prima della promulgazione della Costituzione Apostolica “Provida Mater Ecclesia” di Pio XII (2/2/1947)

Quindi è spiegabile che abbiano incontrato innumerevoli difficoltà, dato che allora non era concepibile un tale tipo di vocazione. Infatti soltanto con il Documento citato, la Chiesa approvava queste nuove forme di consacrazione.

Quando sboccio questo IDEALE (così veniva chiamato) in Italia Arminda Barelli e P. Gemelli avevano iniziato a delineare la possibilità di una consacrazione laicale, ma di questo fatto – lo dice ripetutamente egli stesso – il Canonico non ne sapeva nulla. Infatti gli Istituti Secolari erano agli inizi circondati da grande segreto.

La Sig.na Giuseppina, veramente, si sentiva chiamata per il Monastero di clausura, ma non riusciva a realizzare il suo desiderio, essendo venuto a mancare il padre, ed essendo indispensabile la sua presenza nella sua numerosa famiglia. Nel frattempo, però, si era consacrata privatamente a Dio, ed ogni anno si recava nel Santuario di Loreto a rinnovare il suo Voto, che viveva pur continuando il lavoro di impiegata in un ufficio pubblico.

Un giorno ebbe modo di incontrare più a lungo il Canonico Piccinini, Cappellano della sua Parrocchia del Sacro Cuore, ove lei era Dirigente di Azione Cattolica, gli confidò ciò che faceva ed allora lui cominciò a riflettere sulla possibilità di una consacrazione a Dio nel mondo, in abiti secolari, per meglio penetrare in ogni ambiente.

E così sorse, in tutte e due, il desiderio di far conoscere questa vocazione a tante altre giovani, d'ogni condizione fisica, sociale e culturale, legandosi fra loro in forma associativa, e rimanendo nel proprio ambiente di lavoro, di famiglia o di sofferenza.

L'intuizione dei primi inizi, che ha suggerito la fondazione dell'Istituto, è stata quella di valorizzare l'esistenza emarginata di molte giovani, le quali, per vari motivi: di salute, di famiglia, di circostanze ambientali, non avrebbero mai potuto realizzare la loro vocazione in un convento o in un monastero. Valorizzarle dando loro la gioia di una vita di consacrazione a Dio nel mondo, in abiti comuni, nell'apparente nascondimento di una vita secolare.

E così furono “pescate” molte giovani, nubili e anche vedove, ben disposte a rispondere alla chiamata da Dio:

1- fra le Dirigenti di Azione Cattolica, che erano attivissime in Parrocchia e in Diocesi, e in tal modo potevano prestare il loro servizio in forma permanente;

2- fra le ammalate, inferme, non vedenti (che ricevevano le stampe in braille o in cassette registrate), che risalivano dalla tristezza per la loro situazione, alla gioia di una vita “utile” e anche gioiosa, offerta con amore a Dio ed ai fratelli;

3- fra le giovani sacrificate ad assistere un fratello sacerdote, dei genitori anziani o infermi, dei congiunti spesso anche esigenti ed egoisti.

Affinché questo fatto, che è pure storico, perché il Padre Fondatore, oltre che impegnato nel continuo ministero svolto nel confessionale viaggiò molto e visitò quasi tutti i Sanatori d'Italia, non faccia cadere nel falso concetto che molte giovani, perché sofferenti, abbiano fatto questa scelta come un ripiego, dobbiamo dire che da qui si è partiti, ma subito dopo sono cominciate ad affluire (e da allora continua), persone meravigliose che pur essendo provate da Dio con qualche infermità o imperfezione fisica, avevano già raggiunto l'equilibrio della serenità e si sono sentite chiamate ad unire, al tesoro della sofferenza, la ricchezza della risposta alla consacrazione a Dio nel mondo.

C'è stato poi uno sviluppo graduale in questi due sensi:

a- si sono aggiunte moltissime che hanno “scelto” la secolarità consacrata, come via più consona alle loro aspirazioni di testimonianza, servizio, apostolato nell'ambiente e nella Comunità ecclesiale, e specialmente nello svolgimento del loro lavoro professionale (e questo era già presente nelle prime sette Ancelle)

b- si è ampliato il concetto di fine specifico o missione dell'Istituto. Mentre prima era soltanto di animazione vocazionale per far conoscere ad altre la bellezza della consacrazione a Dio nel mondo, si è giunti al concetto di animazione vocazionale o “ricerca dei chiamati” per ogni tipo di vocazione: cioè aiutare ciascuna persona a raggiungere il proprio posto nel mondo, secondo il progetto di Dio su di essa.

LA CENTRALITÀ DI CRISTO si è espressa fin dal principio dando una spiritualità cristologica; esortando allo studio quotidiano del Vangelo, a vivere il “senso della Chiesa”, quale prolungamento della missione di Cristo nei secoli.

Sono due gli aspetti Cristologici più considerati:

1- quello della sua vita a NAZARETH, che fu il più lungo, per quanto riguarda la secolarità, il lavoro, la vita parrocchiale e sociale, che ci porta a vivere nel mondo e per il mondo senza distintivi esteriori, condividendone in prima persona le ansie e le speranze. Spiritualità adoratrice “in spirito e verità”, ecclesiologia del “lievito”, che tende a “cambiare il mondo dal di dentro”.

2- l'aspetto della SOFFERENZA DI GESÙ NEL GETSEMANI, che si prolunga nel tempo con la realtà del peccato di tutta l'umanità, per quanto riguarda il carisma della “Riparazione e Consolazione” conforto a Gesù che “chiede la misericordia di noi uomini” (concetto pienamente illustrato dal S. Pade Giovanni Paolo II nell'Enciclica “Dives in Misericordia” del 1980, che da allora è diventata una vera linea guida per l'Istituto).

IL CARISMA DELLA MISERICORDIA si esprime concretamente nelle opere di misericordia ma non solo, perché queste sono programma di ogni cristiano, ma nel “servizio d'amore” verso Gesù Misericordia Incarnata, presente nei fratelli, specie i più bisognosi, i bambini, gli anziani, i poveri, gli ammalati: essere “serve, madri, sorelle” del prossimo, come esortava il Padre.

Un particolare servizio è stato sempre considerato quello prestato a Cristo nella persona del Sacerdote. Queste Ancelle fra noi sono chiamate “Ancelle sacerdotali” titolo che le fa degne di una grande stima. Il P. Fondatore si rammaricava di non poter venire incontro alle numerose richieste che giungevano da tutte le parti d'Italia, perché non era facile trovare di queste Ancelle, anche se sarebbe veramente auspicabile che, vicino ad ogni Sacerdote, in Case del Clero, in Episcopi, ci fosse la presenza riservata, e utile anche nelle attività parrocchiali, di una persona consacrata a Dio.

Nel giugno 1926, festa del Sacro Cuore di Gesù, ci fu una prima riunione di quelle che allora presero il nome di “SPOSE E VITTIME CONSOLATRICI DI GESÙ E DI MARIA”. Tre anni dopo, il 30 OTTOBRE 1929, alle ore 5 del mattino, in una chiesetta dal nome “Maris Stella” che era vicina al Convitto Nazionale e che ora non esiste più, cominciava con una vera vita organizzativa l'Opera “Mater Misericordiae”, con la consacrazione delle prime sette Ancelle.

Le prime sette furono:

Giuseppina Carelli, Amabile Berrettoni, Luigia Scodanibbio, Pia Ciccarelli, Vincenza Consoli, Maria Cippitelli, e Filomena Brodoloni.

Ci sarebbe da dire molto su tutte e sette che hanno affrontato con coraggio e generosità “l'avventura” di una vita quasi “strana” e hanno saputo corrispondere con esemplaritànal disegno di Dio che le invitava a tracciare una “strada”.

Due parole sole sulla Sig.na GIUSEPPINA, anzi “MAMMA PEPPINA”, Prima Presidente Generale per 30 anni, fu Presidente Diocesana dell'Azione Cattolica, e lavorò per 60 anni. Di lei vi è un'ampia raccolta dei suoi scritti.

Altre due parole su AMABILE BERRETTONI, che era la più piccola delle sette, aveva solo 17 anni e, purtroppo, è stata la prima di queste ad essere richiamata dal Signore; prima Vice Presidente Generale e prima Maestra Generale di Formazione per lunghi anni, attivissima nell'impegno apostolico parrocchiale dell'Azione Cattolica e sociale, delle ACLI. “AMABILE” di nome e di fatto, è stata riconosciuta da tutti, per il suo costante sorriso e la sua disponibilità. Alla sua morte ne abbiamo stampato il “Diario”.

Il 14 settembre 1947 vi fu l'approvazione dal Vescovo Mons. Domenico Argnani, che eresse l'Opera a PIA UNIONE.

L'8 novembre 1961, per interessamento del Vescovo Mons. Silvio Cassulo, la Sacra Congregazione dei Religiosi (come si chiamava allora) la costituiva ad ASSOCIANE DI PERFEZIONE.

Sotto la guida di Mons. Ersilio Tonini, l'Opera acquistò un carattere sempre più consono a quello che doveva divenire, cioè “Istituto Secolare”.

Con il Vescovo Mons. Tarcisio Carboni, di venerata memoria, il 24 maggio 1977 si è giunti all'approvazione ad ISTITUTO SECOLARE di DIRITTO DIOCESANO e, il 29 giugno 1980 ad ISTITUTO SECOLARE di DIRITTO PONTIFICIO con il nome di ANCELLE “MATER MISERICORDIAE”; e infine per volontà dell'ASSEMBLEA GENERALE dell'anno 2011 dopo di studiare in profondità gli scritti del P. Fondatore si è chiesto alla Sacra Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica il cambio di nome a ANCELLE DI DIO-MISERICORDIA che fu concesso con Decreto del 3 marzo 2014.

DIFFUSIONE: L'Istituto si è sparso in Italia e all'estero: in Svizzera (dove oggi non ci siamo) nel 1953, in Argentina nel 1955, nel Paraguay nel 1961, nel Giappone nel 1969, nel Cile e in Taiwan nel 1984, a Hong Kong nel 1988, nella Cina Popolare, in Polonia, in Lituania, e in Bulgaria nel 1991.

TORNA SU